Conoscete il detto: “Non si può motivare nessuno, senza prima aver motivato se stessi”?
E’ una questione squisitamente psicologica: le persone sono più propense a motivare se stessi quando sono in un ambiente di lavoro motivante.
E cosa significa “un ambiente motivante”?
Un ambiente motivante, per esempio,
è lì dove alle 17:00, quando la maggior parte dei reparti è uscita dall’azienda, il tuo team invece sta ancora lavorando sodo e in armonia.
Un ambiente motivante è dove le persone si autostimolano più di quanto un “capo” potrebbe mai fare.
E’ dove le persone danno tutto se stessi anche quando nessuno li sta guardando e quindi senza un tornaconto di immagine: stanno dando il 110% soltanto perché vogliono davvero lavorare sodo, non perché devono lavorare.
Se coordini un team ecco cosa puoi fare per creare questo ambiente:
1.
Dare rilevanza a tutti. La cosa più importante che un leader possa fare per creare un ambiente motivante è quello di assicurarsi che il lavoro di ogni membro sia significativo. Quindi vanno attribuiti a tutti compiti utili al successo del business. In questo modo ogni collaboratore si sentirà un elemento rilevante per quello che sta facendo verso l’obiettivo comune e far la differenza è sicuramente energizzante.
D’altra parte, non c’è sensazione peggiore di sapere che il tuo lavoro sia superfluo o di ridotto interesse ai fini aziendali o del gruppo.
Ogni leader dovrebbe riuscire a eliminare o ridurre al minimo la quantità di “muda” (lavori non a valore aggiunto), tra i membri di una squadra.
Ogni lavoro può essere significativo, dipende da come lo si interpreta. Basti pensare alla famosa storia dei due muratori a cui venne fatta la stessa domanda: cosa stai facendo? Il primo rispose ”accatasto mattoni”; il secondo interpretò la sua missione affermando “Costruisco una magnifica cattedrale”.
Stesso lavoro ma visioni diversamente profonde del mondo.
2.
Circondarsi di alto performers e liberare il gruppo dagli under performers. Gli alto performers tendono ad auto-motivarsi e alimentare l’entusiasmo a vicenda. Gli standard sono elevati, il livello di carica emotiva positiva aumenta, il lavoro di squadra migliora e c’è una bassa tolleranza per livelli sotto l’eccellenza. D’altra parte, uno o più scansafatiche con atteggiamenti negativi possono infettare una squadra e trascinare tutti verso il basso.
3.
Delegare. Nessuno ama avere il fiato sul collo. I controlli stringenti sono controproducenti. Mostra ai tuoi collaboratori che oltre ad essere interessato a ciò che stanno facendo, dai loro fiducia, deleghi la facoltà di prendere decisioni e intervieni soltanto quando si discostano dai risultati attesi.
4.
Promuovere i successi della propria squadra. In qualità di leader, devi assicurarti che il buon lavoro del tuo gruppo venga notato, riconosciuto e apprezzato.
5.
Ridurre al minimo le regole e la burocrazia. Fintanto che siano rispettate le regole precedenti e quindi ciascuno svolga un ruolo rilevante, persegua alte performance, si concentri su ciò che è veramente importante e sia orientato ai risultati, non complicargli la vita con regole ferree, proteggili dalla burocrazia; per esempio non sottoporli a rigidi orari di lavoro.
6.
Trattare le persone con rispetto. Ognuno merita di essere trattato con dignità e rispetto. Urla, grida, insulti, accuse e commenti sarcastici creano un clima di paura e risentimento, in cui i dipendenti sono motivati a fare soltanto quello che basta a non farsi sgridare ma non di più.
Leggi quello che i collaboratori non diranno mai al capo.
7.
Sviluppare un rapporto personale. Sforzati di approfondire la conoscenza dei tuoi come persone, le loro passioni, i loro timori, i loro obiettivi di carriera.
8.
Dare il buon esempio. Essere sempre motivati, entusiasti, appassionati del proprio lavoro e del lavoro della tua squadra.
9.
Incoraggiare il cameratismo (durante l’orario di lavoro). Porta la tua squadra a pranzo o organizza durante le riunioni momenti informali per festeggiare il raggiungimento di traguardi o semplicemente per far squadra.
10.
Pagare le persone per quello che valgono. Lo stipendio non è necessariamente una leva di motivazione ma è sicuramente una causa di demotivazione sentirsi sottopagati. Da leader fai il possibile per ottenere gli aumenti retributivi meritati, promozioni e bonus.
Photo by Husna Miskandar on Unsplash