Saper gestire il passaggio generazionale in azienda è di importanza vitale per l’impresa ed in questo articolo vedremo come gestirlo al meglio.
La questione è delicata ed è bene sapere fin da subito che stiamo camminando sulla lama di un rasoio molto affilato.
Sono ormai moltissime le aziende che non sono riuscite a sopravvivere al cambio generazionale e quindi come prima cosa andremo ad esplorare i motivi profondi che causano il collasso.
Successivamente andremo ad analizzare come evitare i 5 errori più frequenti che si commettono in questo passaggio.
Il passaggio generazionale sembra quasi una formula magica, dentro la quale è custodito il segreto per far funzionare le aziende nel tempo oltre la generazione di chi l’ha fondata.
Ebbene, non è affatto così: nulla accade per magia!
Si tratta invece di un processo complesso, caratterizzato da tutta una serie di equilibri e basterà sbilanciarne anche uno solo per far crollare tutta l’impalcatura.
Immagina che la tua impresa sia come una casa e il passaggio generazionale un terremoto che potrebbe minare le sue fondamenta.
Ma per quale motivo esiste questo pericolo? Da che cosa è generato il terremoto?
La natura del problema è sia psicologica che pratica e per capirlo bene bisogna innanzi tutto osservare dall’esterno gli attori che compongono lo scenario.
Per semplicità li identificheremo come il Padre, il Figlio e i Dipendenti. Questa è chiaramente una semplificazione ma è per intenderci meglio ed identificare con chiarezza i ruoli in gioco.
Ho preso la decisione di considerare come garantire un futuro alla mia azienda, alle persone che ci lavorano e che considero come figli, e quindi alle loro famiglie, e a tanti altri aspetti importanti che si riferiscono alla mia famiglia, ai miei figli presenti e non presenti in azienda, qualche anno fa dopo la dolorosa perdita prematura di un caro amico imprenditore che non aveva avuto il tempo di fare altrettanto.
Penso che senza un trauma, un motivo scatenante, anche se l’età avanza, non decideresti mai di separarti da ciò che hai creato, è innaturale!
Ancora oggi che siamo molto avanti con il bel lavoro fatto insieme a Improvia, mi viene di intervenire a gamba tesa rischiando di fare danni, e sto lì ogni giorno a ripetermi e convincermi quanto sia stata la scelta giusta da fare.
Sono molto contento della professionalità e del lavoro del team di Armando che ha reso possibile questo passaggio generazionale e tutto il processo di riorganizzazione per il nuovo corso dell’azienda. Davvero molto bravi a far crescere le persone come era necessario. Grazie.
Con stima e affetto
Bruno D’Olimpio, AM.CO.
Passaggio Generazionale: Analisi dei Ruoli in gioco
- Prima di tutto vediamo il ruolo del Padre:
Il titolare dell’attività è abituato a gestire il lavoro in azienda secondo degli schemi che si sono assodati e consolidati nel corso del tempo.
Ha esperienza nella gestione di tutto quello che riguarda le tempistiche lavorative dei suoi dipendenti e cosa più importante ha istaurato legami di fiducia stabili.
Oltre ai contratti e agli accordi, ciò che fa veramente funzionare le cose è proprio questo rapporto di fiducia profonda e reciproca che ha costruito nel corso degli anni.
Se il Padre sarà in grado di trasferire il valore che sta alla base di questo tipo di rapporti allora il passaggio generazionale andrà a buon fine.
Altrimenti, non importa quanto siano solidi i contratti e gli accordi instaurati perché le persone che lavorano in azienda non si fideranno e le conseguenza saranno devastanti.
- Vediamo adesso il ruolo del Figlio:
Chi più di tutti è parte del processo del passaggio generazionale è l’erede. È la figura più determinante e gioca un ruolo fondamentale: il carico psicologico, la responsabilità e l’ansia da prestazione se mal gestiti potrebbero risultare troppo pesanti.
Per questo motivo la cosa migliore è instaurare un passaggio generazionale il più graduale possibile.
Più tempo si avrà a disposizione per integrare in azienda la figura dell’erede più questo carico si farà leggero.
È vitale fare in modo che il Figlio prenda consapevolezza di tutti quei delicati equilibri che devono rimanere bilanciati nel corso della vita aziendale.
- Infine guardiamo il ruolo dei Dipendenti:
Da sempre chi lavora in azienda deve essere guidato da un Leader forte e carismatico che trasmetta sicurezza in maniera continuativa.
Dal punto di vista dei dipendenti il passaggio generazionale può risultare un evento particolarmente traumatico e spiacevole quando c’è un mancamento nel ruolo del Leader.
La linfa vitale di un’azienda è messa in circolo dalla cultura aziendale: quel sistema di credenze e valori che promuove un lavoro sano e produttivo.
Più dello stipendio è proprio la cultura aziendale che fa scorrere linfa vitale nelle vene dei dipendenti: gli fornisce uno scopo e rende il loro ruolo significativo.
Ecco perché l’eredità generazionale dovrebbe essere un caposaldo nella cultura aziendale, così facendo i dipendenti vedranno il passaggio di buon grado e quando avverrà saranno pronti ad accogliere l’evento con gioia.
Passaggio Generazionale: 5 errori da evitare
1) CAMBIO IMPROVVISO
Visto tutto quello che è stato detto fin ora il primo errore da evitare come la peste è quello di un cambio improvviso nella direzione aziendale, ripetiamolo ancora una volta:
Il Passaggio Generazionale è e deve essere un processo rigorosamente graduale.
Bisogna prendere il giusto tempo necessario per introdurre la figura del figlio in azienda e man mano che passa il tempo incominciare a delegare la gestione dell’azienda.
Quando tutti i processi decisionali saranno gestiti in autonomia dal figlio allora quello sarà il momento per consolidare ufficialmente il passaggio generazionale.
2) SENSI DI COLPA
Nulla è più devastante di un senso di colpa per un errore commesso: durante il meccanismo di delega decisionale è fisiologico che il Figlio compirà innumerevoli errori a causa della sua inesperienza.
Questi errori lo faranno crescere e responsabilizzare solo se capirà profondamente perché li ha commessi e come li avrebbe potuti evitare.
Se invece si andrà ad instillare un forte senso di colpa il risultato sarà pessimo perché invece di fare una sana crescita verrà solamente terrorizzato. Risultato?
Un nuovo Leader che non ha il coraggio di osare, di rischiare e di mettersi in gioco.
3) IL MANCATO ADDESTRAMENTO
Questo punto assomiglia moltissimo al primo ma con una differenza fondamentale: non basta introdurre il ruolo del figlio all’interno dell’area aziendale.
Non si tratta soltanto di abituarlo all’ambiente e di renderlo presente all’interno della azienda: è necessario condurre un addestramento rigoroso perché fare l’imprenditore è tra i lavori più duri e non imparerà a farlo per osmosi.
4) L’IMPOSIZIONE AUTORITARIA
Imporre al Figlio cosa fare in ogni circostanza è una strada fallimentare: si otterrà una cieca obbedienza momentanea e uno tsunami di sbagli quando proverà a fare da solo.
La strada migliore è instaurare un dialogo virtuoso in linea con i cambiamenti del periodo storico in cui viviamo.
Percorrere questa strada significa addestrare un generale invece che un soldato: l’obbiettivo è renderlo autonomo nelle decisioni quando dovrà cavarsela da solo.
5) IL FIGLIO DI PAPÀ
La peggiore delle idee che può passare nella mente dei Dipendenti: basta che lo pensi anche uno solo e si trasmetterà come un virus.
L’idea che il figlio abbia la pappa pronta dal padre, che sia fortunato e agevolato rispetto agli altri.
Questa idea è veramente in grado di spaccare le fondamenta di un’azienda e portarla velocemente al collasso durante la fase più delicata del passaggio generazionale.
Per questo motivo è bene evitare questo problema e il modo per farlo è mostrare ad ogni dipendente che il Figlio lavora ogni giorno il doppio di loro.
Affiancare il ruolo del figlio in ogni mansione: la cosa migliore sarebbe ogni giorno fargli fare il lavoro di ogni dipendente così che gli entri nelle ossa e si renda conto della sua importanza.
Così facendo i Dipendenti cominceranno a nutrire una stima profonda nei confronti del loro nuovo futuro Leader.
Anche questo articolo sta per volgere al termine ma prima di salutarci ti chiedo di farmi sapere nei commenti se ti è stato utile e se ti sei ritrovato anche solo in parte nella complessa tematica che abbiamo affrontato insieme.
Per oggi è tutto, un saluto e se non sei ancora iscritto alla Newsletter di Improvia, ti ricordo che puoi farlo comodamente da qui sotto: verrai aggiornato ogni volta che sta per essere pubblicato un nuovo articolo.
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