Tre consigli da applicare
Negli ultimi anni la popolazione italiana connessa è aumentata esponenzialmente.
Nel 2015 solo il 31% degli italiani non ha fruito della rete; mentre il 62% ha navigato abitualmente e il 7% solo occasionalmente.
In un tale scenario qualunque imprenditore lungimirante comprende che non attivarsi sul web equivale ad emarginarsi.
Però, dall’idea di essere sul web fino alla circostanza di far diventare il sito un reale punto di forza dell’azienda (società, studio medico, studio professionale, ecc.) è un percorso critico, complicato e ricco di ostacoli.
Il motivo principale è normalmente la non comprensione dei temi del web da parte dell’imprenditore che deve necessariamente affidarsi a qualcuno; qualcuno che in una pmi difficilmente sarà una risorsa interna ma normalmente un fornitore esterno.
E qui comincia il problema frequente del parlare due lingue differenti.
Un web designer che si limiti a parlare il solo linguaggio del web o uno dei tanti realizzatori seriali di siti web, più o meno improvvisati, difficilmente riuscirà a soddisfare appieno i desideri dell’imprenditore e portare risultati.
Semplicemente perché non hanno un interprete che gli consenta di comprendersi.
Ognuno andrà avanti per la sua strada con la conseguenza che il risultato finale o sarà frutto della fantasia dello sviluppatore ma probabilmente non sarà funzionale all’azienda oppure, nel tentativo di andare incontro ad esigenze dell’imprenditore che mal si sposano con le logiche del web, sarà una soluzione ibrida non ottimizzata su molte leve strategiche.
Aggiungiamoci anche che occorre smontare da subito l’idea secondo cui essere sul web sia un’opportunità per l’azienda in termini assoluti:
Un sito e le relative attività di webmarketing non cambiano le problematiche aziendali già esistenti nell’offline, anzi le amplificano!
Se il processo di gestione di vendita presenta dei problemi già senza un sito, figuriamoci cosa accadrebbe se col sito si riuscissero ad ottenere più contatti.
Se un’azienda non ha una buona reputazione nella gestione del cliente, il web sarà solo un amplificatore di cattiva reputazione.
Quindi il primo consiglio è:
Prima di sperimentare il web, aggiusta le macro problematiche off line.
Superato questo scoglio, passiamo al secondo consiglio:
Scegli attentamente il tuo fornitore
Non deve essere semplicemente l’amico, il parente, l’amico dell’amico che “ci capisce di web” che “sa fare i siti”. Il mondo “pullula” di queste proposte.
Ma il loro obiettivo è concludere rapidamente la realizzazione del tuo sito per iniziare quello successivo.
Non avrai un’analisi approfondita del tuo business, del tuo settore, non ti sarà offerta nessuna consulenza nello scegliere la soluzione migliore per la tua Azienda.
Avrai un sito, magari anche bello, ma molto probabilmente saranno trascurati elementi di consulenza che rendono il tuo web un progetto valido e produttivo, un progetto integrato alla tua Azienda.
Probabilmente si farà poca attenzione a concetti quali usabilità, Seo, lead generation leve indispensabili per dare un senso alla tua presenza sulla rete.
Nella maggior parte dei casi, non lo fanno con dolo; semplicemente questi concetti non fanno parte del loro bagaglio culturale.
Quindi pagherai poco il sito ma, perdona la spontaneità, non ci farai nulla.
Se non sei pratico di aspetti di webmarketing il consiglio più grande è di richiedere supporto a chi possa aiutarti a sviluppare il tuo sito in maniera consulenziale, construendo cioè le singole funzionalità intorno alle tue reali esigenze e obiettivi.
Ti costerà un po’ di più ma di certo ti consentirà di raggiungere risultati reali e misurabili.
Oggi è ormai terminata l’era del sito/biglietto da visita realizzato “tanto per esserci”, sviluppato senza strategia e abbandonato nel mare magnum della rete, dove ormai esistono milioni di siti e dove ormai l’utente è pratico ed esigente e cerca solo materiale utile o che fornisca reali risposte alle sue domande, ai suoi bisogni.
Quindi il tuo sito deve essere studiato, “ragionato”, personalizzato sul tuo business e sulle necessità del tuo target.
Siamo al terzo consiglio:
Fissa gli obiettivi
Prima di partire con la realizzazione del sito, fermati un attimo, prendi un foglio ed una penna e butta giù gli obiettivi per i quali vuoi realizzarlo.
Un tempo si approcciava la rete solo per creare la vetrina, il biglietto da visita.
Certo è ancora uno dei motivi di esistenza di un sito. Chi lo naviga deve capire chi sono, cosa faccio e come potermi contattare/visitare ma ormai questa funzionalità rappresenta solo un complemento relegato alle ultime posizioni su un menù di navigazione.
Oggi un sito fondamentalmente si basa su logiche di conversione.
Evidente il concetto di tasso di conversione su un ecommerce (entrano 100 visitatori , 1 acquista ho una conversione dell’1%).
Poco diffusa invece l’applicazione dello stesso concetto ad un qualunque sito che non sia un ecommerce:
raggiungi il tuo obiettivo di conversione, se il tuo sito trasforma il semplice visitatore in un lead interessato a quello che fai, “educato” nel senso che, grazie a come hai articolato e strutturato il sito, abbia compreso perfettamente che tu sei in grado di soddisfare un suo bisogno/problema e abbia deciso di contattarti direttamente.
E’ questo il punto di forza fondamentale della rete: farsi trovare, spiegare quanto sei bravo a risolvere un determinato bisogno e farsi contattare direttamente.
E’ senza dubbio più semplice concludere il processo di vendita su un contatto già preparato, a cui non devi spiegare chi sei o convincerlo di esser bravo, perché ha autonomamente realizzato che tu sei la soluzione giusta per lui.
Si tratterà solo di dare una conferma.
Se percepisci la necessità di guardare al web in un modo diverso, più strategico, compila gratuitamente la tua analisi di efficienza aziendale.
Saremo lieti di fornirti approfondimenti sull’argomento
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